Archivi del mese: aprile 2011

3,2

Cosa sarà mai questo numero ? Hah… lo vorreste sapere eh! (qualcuno riesco persino a sentirlo, starà dicendo: “ma anche no!”) Beh sono i “km drenanti”. Sì, mi piace chiamarli così per via della proprietà unica che hanno di drenare via dal corpo l’adrenalina di una giornata di lavoro. Soprattutto nel mio ambiente, ad esclusione di quelle 3/4 anime solidali alla mia rassegnata frustrazione, è una molecola che (grazie a Dio :roll:) non manca mai.
Eh sì, sono reduce da una bella passeggiata in centro, accompagnata da un cono gelato per me (tradizionalista) e coppa di frutta e gelato per la mia dolce metà (avanguardista). Anche oggi, come più o meno negli ultimi 11 anni, in ufficio, chi più chi meno, ha contribuito a farmi girare gli ingranaggi, ma poi, dopo serate come queste, mi calmo, ragiono (che già è un grande sforzo) e mi chiedo: ma in 11 anni di lotte per la giustizia di uno stipendio equo, commisurato alle competenze e alla mole di lavoro svolto, di lotte per il lavoro di squadra, di lotte per l’organizzazione nel proprio lavoro, di lotte per far capire al proprio capo che 2 su 3 son sbagliati (decisioni ed ordini)… ma è forse mai cambiato qualcosa? Ma soprattutto: dopo 11 anni quando mi convincerò che la fascia oraria 8 – 18, per 5 giorni a settimana, assomiglierà sempre e comunque più ad un campo di battaglia (con relativa resa) che ai paradisi oceanici della Polinesia (questa è dedicata ad oblezio ;-))?
A questa domanda ancora non ho una risposta… Vi lascio in un alone di mistero (del quale, ai più, non gliene fregherà niente! e fate bene!!)


il salto della siepe

Una volta c’era un cane da corsa; era in gamba, veramente bravo, vinceva sempre. Sui circuiti era una furia, nessuno riusciva a tenergli testa; era un rubacuori tra i suoi simili, sempre al centro dello spettacolo, anche fuori dai terreni di gara. Praticamente un asso, tenuto al guinzaglio da un padrone che ne traeva tutti gli onori. Un giorno correva per l’ennesima vittoria, sull’ennesimo circuito; correva forte, molto forte, talmente veloce che dopo l’ennesimo traguardo, dopo l’ennesima curva prima del rettilineo a scacchi, continuò oltre, non si fermò e non rallentò. Puntò fulmineo ad una siepe, si avvicinava sempre di più, sempre più veloce, come se oltre ci fosse un’ambita preda o qualcosa di veramente importante, quasi vitale. Ad un certo punto spiccò un salto da terra. Da quel salto traspariva cristallino tutto lo sforzo, quasi lancinante, che il suo animo chiedeva e che ogni suo muscolo concedeva. Si proiettò oltre la siepe, scomparendo nella skyline dell’infinito. Da quel giorno, dopo quella vittoriosa sconfitta, dopo quel volo disegnato da una fisica perfetta… nessuno lo vide più, nè sentì parlare più di lui.

Era riuscito a cogliere il vero Senso della Vita: la Libertà. Incondizionata.

A volte anche io vorrei trovare quella stessa siepe.